Etichette, loghi e certificazioni sulla sostenibilità sono un driver di vendita
I claim, i loghi e le certificazioni del mondo green stanno conquistando spazio sulle confezioni dei prodotti di largo consumo, si notano sempre più spesso. Ma quanto influiscono sulle scelte d’acquisto degli italiani? Per sondarlo, l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy1 ha introdotto un nuovo approccio scientifico di analisi della comunicazione on pack della sostenibilità insieme all’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che è stato applicato alle indicazioni presenti sulle etichette di 136.686 prodotti. Sono stati mappati oltre 90 attributi tra claim, loghi, indicazioni e certificazioni del mondo green – tra i più diffusi “sostenibile”, “circolare”, “meno plastica”, “vegano”, “ecofriendly”, “compostabile”, “cruelty free”, Fairtrade, Ecolabel ed Eu Organic. A inserirli in etichetta sono oltre 114mila referenze per un totale di 42 miliardi di euro di vendite.
Un paniere che ha risentito meno della crisi dei consumi: nei 12 mesi rilevati, ha ottenuto una crescita a valore superiore a quella dell’intero paniere (+12,1% contro il +10,4%) e un minor calo nei volumi (-4,4% versus -5,2%). Le indicazioni più usate sulle etichette fanno riferimento alla riciclabilità dei packaging: sono presenti su oltre 68mila prodotti del paniere. A seguire le indicazioni che rispondono agli obblighi di legge: il tipo di materiale dell’imballaggio e le modalità di raccolta, e poi le indicazioni sulla corretta conservazione. Ampio l’utilizzo di claim che raccontano la formulazione sostenibile del prodotto (oltre 24mila referenze solo nell’area del “senza”), mentre sono poco meno di 10mila i prodotti dotati di loghi e certificazioni green, come Fsc e Eu biologico. Ancora pochi anche i prodotti che riportano in etichetta i marchi Carbonfree, Cradle to cradle, Water footprint e le frasi dedicate in generale all’uso della risorsa acqua, nonché le indicazioni sul riutilizzo del prodotto e del pack o il fatto che il prodotto sia un’alternativa al monouso.
L’Osservatorio ha circoscritto e misurato la grande diffusione sulle etichette dei claim relativi alla sostenibilità: solo il 16,8% delle 136.686 referenze non ne parla. La principale declinazione è quella relativa all’ambiente, con oltre 80 attributi tra claim, marchi, certificazioni, indicazioni e consigli relativi al “contenuto” dei prodotti, alla composizione del packaging e all’impegno delle aziende nel mettere in campo tutte le iniziative necessarie a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività: sono sulle etichette di 114mila referenze (pari all’83% del totale) per un valore di venduto di 42 miliardi di euro (91,3% del totale). Nei 12 mesi monitorati questo paniere ha aumentato le vendite a valore di +12,1%, essenzialmente grazie all’aumento dei prezzi, mentre le ha diminuite di -4,4% a volume.
Quanto alla sostenibilità sociale, l’Osservatorio ha individuato 10.786 prodotti (7,9% del totale) sulle cui etichette compariva almeno una certificazione dell’impegno per una produzione realizzata in modo etico. Un paniere da 5,7 miliardi di euro di giro d’affari, cresciuto di 16,8% a valore su base annua nonostante una riduzione di 3,5% dei volumi venduti. Infine, di benessere animale parlano in etichetta 2.756 referenze con 1,4 miliardi di euro di sell-out nel canale supermercati e ipermercati, in crescita annua a valore di +7%, ma con una contrazione di -8,2% dei volumi venduti.
