Pnrr, oltre 100 top manager propongono la loro ricetta per centrare i target di sostenibilità digitale

Oltre cento top manager delle principali aziende pubbliche e private italiane che mettono a disposizione del Governo conoscenze, competenze, tempo e risorse per centrare appieno gli obiettivi fissati dal Pnrr e contribuire a cogliere i traguardi di Agenda2030.

È l’obiettivo del think tank costituitosi all’interno della Fondazione per la Sostenibilità Digitale che, dopo un percorso di incontro e confronto culminato con gli Stati Generali che hanno riunito alcuni dei maggiori attori dell’innovazione, ha portato alla realizzazione del «Digital Sustainability Paper, come le istituzioni possono vincere la sfida della sostenibilità con il digitale».

In primo luogo, attenzione all’ecosistema pubblico integrato, per cui viene ipotizzata una spesa di 556 milioni di euro e che identifica alcune azioni prioritarie, tra cui l’istituzione del Testo Unico della Sostenibilità Digitale e l’implementazione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) per garantire l’interoperabilità di dati tra pubbliche amministrazioni.

Sul versante della ricerca scientifica, previsti invece 1,6 miliardi di euro da destinare alla promozione di studi multidisciplinari, scambi internazionali e trasferimento dei risultati in tema di sostenibilità digitale. Spazio poi alla formazione, attraverso sodalizi e partnership tra Governo, da un lato, e Fondazioni e Casse di Risparmio, dall’altro, che richiederebbero investimenti per circa 350 milioni di euro, da individuare nell’ambito del Fondo per la Repubblica Digitale.

Impellenti per lo sviluppo digitale e delineati all’interno del manifesto anche le azioni volte al potenziamento di infrastrutture e reti di accesso sostenibili: necessari in particolare 6,7 miliardi di euro per la Banda Ultra Larga e 345 milioni di euro per il Piano Italia 5G nelle aree a fallimento di mercato.

Tra i settori di intervento prioritari individuati dagli Stati Generali, particolare riguardo è stato riservato alla promozione di una cittadinanza digitale consapevole e a una maggiore partecipazione: da mettere sul tavolo circa 350 milioni di euro, anch’essi identificati nel Fondo per la Repubblica Digitale, che potrebbero essere indirizzati a iniziative di e-democracy e più in generale alla creazione di strumenti di inclusione e accesso democratico quali campagne di erosione dell’analfabetismo funzionale.

Infine, indispensabile per una strategia a lungo termine la misurazione delle performance, la definizione di metriche condivise, la valutazione dei risultati e la certificazione dei processi relativi allo sviluppo sostenibile.

I firmatari del Digital Sustainability Paper

Competenze e messa a terra per «aiutare il Paese a costruire un percorso di sviluppo». È un’ottica di restituzione quella che ha spinto dirigenti, amministratori ed esperti a sottoscrivere il Digital Sustainability Paper.

Più di cento le personalità coinvolte negli Stati Generali della Sostenibilità Digitale, tra cui figurano grandi manager italiani come Gianpaolo Araco del Senato della Repubblica, Carlo Bozzoli di Enel, Giuseppe Buono di Agenzia delle Entrate, Mario Ettorre di Invitalia, Roberto Ferrari di Eni, Gianluca Mazzini di Lepida, Marco Policastro di Consob, Umberto Stefani di Chiesi Farmaceutici, Stefano Tomasini di Inail, Massimiliano Garri di Terna e Francesco Vargiu dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

La sfida della ripartenza

Digitalizzazione e sostenibilità sono gli assi principali su cui si gioca la partita del Pnrr e le sfide della ripartenza italiana individuate nell’ambito degli Stati Generali. E se le competenze messe a disposizione dai maggiori player italiani dell’IT e dell’innovazione digitale che hanno dato vita al Digital Sustainability Paper sono tangibili, ora la palla passa alle istituzioni.

«Ci attendiamo che il Governo ascolti e coinvolga la rete qualificata che si è creata – conclude Epifani – sarebbe un peccato perdere i soldi del Pnrr, ma soprattutto l’opportunità di trasformare l’Italia in un Paese moderno attraverso la digitalizzazione».


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